Gilberto, per cominciare l’intervista parliamo subito del disco Magip. Abbiamo notato la presenza di diverse influenze musicali che partono dal modern jazz, sconfinano nella fusion e addirittura in una musica dal sapore più mediterraneo: ti va di descriverlo ai lettori di Jazz Agenda?
Buongiorno a tutti
Le varie influenze musicali dei brani originano dall’ ascolto , letture , visioni , esperienze di vita, suggerimenti di idee con i compagni di viaggio musicale (Alessandro Scala, sax , Michele Iaia, batteria , Piero Simoncini, contrabbasso), portando ad una variopinta esternalizzazione sonora di tutti questi aspetti.
Musica mediterranea, che a tratti sconfina in una musicale quasi “popolare”, confrontata a delle composizioni decisamente più sperimentali: sono due anime che fanno parte dei GB Project? O se preferisci due facce della stessa medaglia?
Per me, la musica non dovrebbe essere catalogata con termini troppo restrittivi, ma esprimere l’animo umano con l’utilizzo di suoni potendo manifestare un’infinita gamma di emozioni, tipiche della nostra natura.
Raccontaci a questo punto come è nata questa avventura, lo sviluppo del vostro percorso musicale e subito dopo come siete arrivati alla nascita di questo disco pubblicato da Alfa Music…
Il nostro incontro risale a circa 5 anni fa grazie all’idea scaturita da Alessandro di suonare i miei brani, proponendoli a Michele e Piero . Si è creato subito un fantastico interplay musicale e soprattutto umano, dove le composizioni originali, grazie ai suggerimenti e contributo di tutti i ragazzi, hanno preso una forma completa e consistente, maturata poi con l’uscita nel 2016 del primo album “ In the Bloom “ pubblicato sempre da Alfa Music. Abbiamo poi continuato a lavorare mantenendo la meravigliosa dinamica applicata precedentemente con brani nuovi e di vecchia scrittura portandoci poi alla registrazione del secondo album “ MAGIP “.
Parliamo anche delle influenze: dal momento che nel disco ne troviamo diverse volevamo chiederti anche qual è stato il tuo percorso musicale e il cammino che ti ha portato ad essere il musicista che sei!
Il mio percorso musicale comincia con le prime dritte date da papà sulla batteria a 5 anni, abbandonata dopo l’avvio al conservatorio di pianoforte . Terminato dopo varie vicissitudini, contemporaneamente sono partite le prime esperienze musicali con gruppi Jazz e orchestre da ballo, per potermi mantenere economicamente. Successivamente è arrivata anche la laurea in musica Jazz , ma vorrei sempre rammentare , come dicevo prima , la formazione musicale si crea nel tempo con i punti ribaditi precedentemente ed è un percorso senza fine , dove dovremmo sempre evolverci alla ricerca di nuove contaminazioni e assemblaggi di ogni tipo.
GB Project è senza dubbio un quartetto compatto che sa muoversi in diversi linguaggi. Arrivati a questo punto, però, ci ha incuriosito un punto: perché la scelta di mettere all’interno del disco uno strumento come la fisarmonica suonata da Simone Zanchini?
La scelta della fisarmonica è stata suggerita dal colore di certi brani, ma l’eclettico Simone ha contribuito arricchendo appassionatamente le composizioni con la sua forte personalità ,imprimendo un carattere espressivo che va ben oltre lo strumento.
Visto che vi piace sperimentare una domanda anche generica: quali sono secondo voi le nuove frontiere del jazz e soprattutto quali potranno essere le tendenze dei prossimi anni?
Secondo il mio modesto parere , il Jazz , nato da contaminazioni etniche e non avendo confini di natura etno – territoriale, è destinato a una continua evoluzione dove le influenze melodiche ,ritmiche ,armoniche continueranno a influenzarsi senza limiti potendo così creare la “ MUSICA “.
Torniamo a noi, al disco on una proiezione verso il futuro: sono in cantiere alcuni concerti? Se si ci vuoi dare qualche coordinata?
La prima occasione futura è il 17 Maggio all’auditorium “ Corelli “ di Fusignano ( Ravenna ) , colgo l’occasione per invitare tutti per assaporare il GB Project con le sue multiple sonorità .
Grazie, un saluto affettuoso, Gilberto